Solo chi può sentirla trova la rotta. Verso l’Isola Mito passando da RIN, la storia segreta di Radio Atlantide raccontata da Massimo Siddi
Reading Time: 3 minutesRicorderai, ti avevo detto che nella breve chiacchierata con Mattia l’ambidestro – non devo ripeterlo, vero? Sono tutti nomi di fantasia a parte qualcuno – seguita alla realizzazione della demo avevamo escluso Milano e i suoi network perché non adatti ad una proposta del genere… mica vero!
Cioè che Città di Frontiera non fosse un prodotto per milanesi da bere era vero e lo sarebbe anche oggi ma che non avessimo contatto nessuno tra i network meneghini, no ecco, quella era una balla.

…onde per cui, a Roma non si fece nulla? Sì esatto, la radio grossa grossa era l’unica che avrebbe potuto ospitare la follia destrutturata che era diventata Città di Frontiera e quell’interesse manifestato da Massimo Decimo Meridio Fabio Augusto Cesare detto “Il Grigio”, aveva fatto ben sperare; del resto il progetto era davvero buono, a prescindere da tutti i giochi di potere del palazzo e se pur ridotto a 15 minuti e presentato come una trasmissione a se stante, ipotizzava… anzi no, presagiva che quel flusso di emozioni e sentimenti, potessero diventare una radio intera. 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
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1) https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi/
2) https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-da-citta-di-frontiera-a-makemu-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi/
Ricorderai, ti avevo detto che nella breve chiacchierata con Mattia l’ambidestro – non devo ripeterlo, vero? Sono tutti nomi di fantasia a parte qualcuno – seguita alla realizzazione della demo avevamo escluso Milano e i suoi network perché non adatti ad una proposta del genere… mica vero!
Cioè che Città di Frontiera non fosse un prodotto per milanesi da bere era vero e lo sarebbe anche oggi ma che non avessimo contattato nessuno tra i network meneghini, no ecco, quella era una balla. Uno lo incontrammo, forse l’unico ad essere appena appena un po’ “strano” rispetto al piattume generale ma non pensare a chissà cosa, proprio appena appena.
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3) https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-nella-tana-del-bianconiglio-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi-2/
Se a Roma devi sapere trattare e concepire i segnali che arrivano dal palazzo come un senatore dell’Impero ai tempi di Commodo, a Milano è diverso. Milano ti azzanna al collo, ti mastica e poi ti sputa; l’unica possibilità che hai è farle credere di essere più milanese di loro, mai fare l’errore ti marcare la tua diversità, soprattutto se vieni da Bologna. Cioè esattamente ciò che invece facemmo “noio”, io e Mattia l’ambidestro cioè: come due gigioni in trasferta, tipo Totò e Peppino con la nebbia che quando c’è non si vede.
Fu un incontro breve:
– Cià, piaciuta la demo, puoi interessare l’articolo?
– uè sta roba qui mica è nuova, noi la facciamo già da anni, testina! Cià
– Cià
Non era vero ma dopo qualche settimana, il noto DJ del pomeriggio cominciò a destrutturare alcuni passaggi del suo tempo con dialoghi post-prodotti, cià!
Poi oh, durò poco, eh.
Insomma, quando io e Mattia pensavamo di dover riporre nel cassetto quel progetto di Città di Frontiera, accadde un accadimento imprevisto – sì lo so, se è un accadimento è perché accadde, non può essere un accadimento che non accadde, perciò accadde – si trasferì a Bologna, Radio Italia Network. Posso anche dirti che siamo nel 1996 – l’ho letto su wikipedia – ma non ricordo però se arrivammo a lavori in corso, nei mesi precedenti all’apertura e perciò nel 95 o subito dopo il gennaio del ’96 quando RIN divenne, bolognesamente parlando, pienamente operativa.
I fattori determinanti che ci portano a sederci alla scrivania del Direttore Artistico della Radio, erano principalmente due: che Radio Italia Network era una gran bella radio e tra i network privati, l’unica abbastanza underground da poter sopportare il peso di Città di Frontiera, la seconda ragione che aveva preso a guidarla Michele Menegon aka Michael Hammer, uno sempre sul pezzo, piuttosto bravo e illuminato.
I dettagli del come arrivammo a RIN non li conosco e Mattia dice di non ricordarli, infatti c’è discordanza anche sulle persone che incontrammo perché Città di Frontiera sembrava proprio pronta a fare finalmente il suo debutto dopo il lungo viaggio iniziato a Radio Play Studio nel 1989 ma anche in questo caso, nonostante si stesse già ragionando in termini di inserimento nel palinsesto, qualcosa andò storto. Cosa? Non lo so e per quanti sforzi possa fare, tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia [cit.] poi lo sai, già te l’ho detto che son vecchio.
Quindi finalmente puoi dirmi cosa c’entra la Mucca dei Pink Floyd che poi non era dei Pink Floyd? Sì, ci siamo quasi. Città di Frontiera aveva ormai sviluppato una sua forma “Radio” in senso pieno del termine, poteva cioè durare 5 minuti così come una intera giornata, era solo questione di incastrare i blocchi come in un “Cubo di Rubik“.
E questo ulteriore passaggio verso le spiagge di Atlantide comincio a prendere forma nel 1999 ma ora e tardi, ti racconto come andò la prossima volta. Cià!