SIAMO SOLO NOI
Dove sono finiti i giovani di una volta?
Ma davvero quando noi eravamo i “giovani di una volta” tutto era migliore? La Musica era migliore ed anche la Radio lo era?
Ecco, se lo chiedi a me ti posso rispondere che, in tutti i casi, ho forti dubbi che sia così. Ne ho anzi, la “quasi certezza“.
Che avevamo di diverso dai giovani d’oggi noi quelli di una volta? Direi niente: la stessa sensazione che ci faceva credere immortali, facendoci fare un sacco di cazzate.
Ed anche la stessa voglia di spaccare il mondo per cambiarlo e renderlo più simile a noi, più giusto per i nostri sogni.
L’unica cosa che posso ammettere in differenza, era che avevamo più coraggio nel scegliere ma solo perché avevamo un senso più forte di comunità, con le, a volte, enormi Compagnie di Ragazze e Ragazzi. Ci sentivamo forti e protetti dentro i nostri microcosmi.
Oggi questa sensazione è più sfumata, tende forse a rendere meno coesi i rapporti ma la colpa non è dei ragazz3 d’oggi. La colpa è nostra, di noi giovani di una volta.
La Musica e la Radio erano migliori
Sei sicuro di quello che stai dicendo, vuoi davvero rischiare di farti dare del Riccardone ottuso?
La Musica e la Radio erano migliori perché ormai non riusciamo più ad avere un punto di vista obiettivo, critico, che ci permette di giudicare con chiarezza la realtà che ci circondava e ancora di più oggi, affogati come siamo nella nostalgia.
La Musica e la Radio erano meglio perché piacevano a noi singole persone o erano “musiche e radio” della nostra Compagnia.
Sì vero, potevamo scegliere tra le novità che la musica ci proponeva e infatti, in quegli anni cruciali tra la seconda metà degli anni ’70 e la prima degli anni ’80, potevamo scegliere cosa ascoltare. Grazie al Punk e ancora più al successivo PostPunk (e/o) New Wave, erano nate mille forme diverse d’espressione musicale. Quando la Radio poi, metteva al primo posto la Musica.
Prova a fare mente locale
Ma siamo così sicuri che la Musica e la Radio tenesse conto di quello che ci piaceva? Io credo di no!
Proprio così, prova a far mente locale e a guardare a quello che eri e avevi intorno con atteggiamento neutro, sempre se ci riesci. Davvero la Musica e la Radio erano migliori?
Prendiamo l’anno 1979 come perno centrale della nostra analisi “musical-radiofonica“. Questi erano i primi 20 singoli più venduti e più ascoltati, ovvero quello che la Radio programmava, in quell’anno:
I dati relativi alle classifiche con la relativa metodologia, sono di HITPARADE ITALIA . Un sito davvero unico in Italia, il migliore in assoluto.
- Tu sei l’unica donna per me – Alan Sorrenti [#1]
- Se tornassi – Julio Iglesias [#1, 1979/80]
- Soli – Adriano Celentano [#1, 1979/80]
- Tragedy – The Bee Gees [#1]
- Pensami – Julio Iglesias [#3, 1978/79]
- Super superman – Miguel Bosè [#1]
- Born to be alive – Patrick Hernandez [#2]
- Buona domenica – Antonello Venditti [#1, 1979/80]
- Too much heaven – The Bee Gees [#1, 1978/79]
- Il Carrozzone – Renato Zero [#1]
- Knock on wood – Amii Stewart [#2]
- Le Freak – Chic [#2, 1978/79]
- Da ya think I’m sexy? – Rod Stewart [#3]
- Gloria – Umberto Tozzi [#2]
- Mi scappa la pipì papà – Pippo Franco [#3]
- Io sono vivo – I Pooh [#3]
- Cicciottella – Loretta Goggi [#3, 1979/80]
- Pop Muzik – M [#5, 1979/80]
- Quella carezza della sera – I New Trolls [#6, 1978/79]
- Ricominciamo – Adriano Pappalardo [#3]
Erano solo canzonette
L’Italia non è mai stata un paese per giovani, neppure quando eravamo lo eravamo noi, quelli di una volta.
Certo, potevamo scegliere, come detto ma se vado a cercare dentro quella classifica qualcosa che, magari anche solo lontanamente, parlasse ai giovani, devo scendere fino alla numero sessantatré per trovare “Frederick – Patti Smith Group [#14]” , che ha raggiunto, al massimo, la posizione numero 14.
Questo è quello che, noi giovani di una volta, compravamo e ascoltavamo dalle nostre radio.
Al tuo posto, sempre che il “riccardonesimo” non si sia impossessato del tutto di te, andrei piano a criticare i giovani d’oggi.
Trovo che siano tremendamente simili a noi, o a te che ti lamenti sempre: “ehhhh Signora mia, una volta sì che si sapeva vivere”
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