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Seconda parte della classifica dei 20 nostri miglior album del 2018. Si va dalla posizione numero 15 alla numero 11.

15. serpentwithfeet - soil

serpentwithfeet è lo pseudonimo dietro al quale si nasconde Josiah Wise, artista con base a New York che come il biblico serpente è capace di assumere forme sempre diverse per portarci dentro un mondo di soul dell’avvenire.
Una simbologia esoterica pervade il corpo dell’artista cresciuto in una famiglia religiosa: il padre gestiva una libreria religiosa, mentre la madre dirigeva il coro della chiesa. Con un destino segnato già nel suo nome – Josiah fu uno dei Re del Regno di Giuda che con feroce determinazione, reintrodusse il culto esclusivo di Jahweh in quella parte di Palestina separata dal Regno di Istraele – si forma alla Scuola d’Arte di Philadelphia, trova la sua strada in un soul elettronico dai caratteri fortemente sperimentali. Björk, lo vuole per il remix della sua “Blissing Me“.

14. Fantastic Negrito - Please Don't Be Dead

Xavier Dphrepaulezz è uomo e artista dalla doppia vita a cui il destino ha concesso una seconda possibilità, anzi ben più di due.

Xavier a 12 anni spacciava crack per una gang di Oakland di cui faceva parte ma, al tempo stesso, attirato dalla cultura della strada, diventa un ottimo polistrumentista tanto che, non si sa bene come, ottiene a 20 anni, un contratto milionario dal manager di Prince per un album, “The X Factor” che diventa in un attimo, un flop clamoroso. Resta legato alla etichetta discografica con cui aveva firmato, la Interscope, per 5 anni.
Nel 1999, a seguito di un grave incidente che quasi lo uccide, resta in coma per 3 settimane, tornato tra i vivi, chiude ogni rapporto con la Interscope e perde interesse per la musica; organizza feste illegali per i vip nel suo mega loft californiano con annessa coltivazione di marijuana per “scopi terapeutici“. Dopo 8 anni di “serate” a base di body painting, dj set, concerti jazz e punk tutte allo stesso tempo, viene arrestato.

La nascita del figlio, lo riporta alla musica con lo pseudonimo di Fantastic Negrito, l’album che consegue “The Last Days of Oakland” si aggiudica un Grammy Awards 2016. Con Please Don’t Be Dead, Fantastic Negrito conferma il suo stile ispirato da un mix di Prince, vero e proprio suo idolo giovanile, David Bowie e Kurt Cobain.

13. YUNGBLUD - 21st Century Liability

Proprio vero, se guardiamo ai fenomeni musicali più o meno nuovi che si sono affermati nel mondo e li confrontiamo con la nostra realtà italiana, viene quasi da piangere dalla disperazione, perché l’Inghilterra è capace di sfornare artisti giovani, esordienti ma già grandi, in Italia si è promesse ancora a 50 anni.

YUNGBLUD è lo pseudonimo di Dominic Harris, un giovanissimo artista inglese – non ha ancora vent’anni – che ad uno sguardo disattento potrebbe apparire come “un altro cantante per dodicenni”, paragonabile ad un nostrano Ghali, Sfera Ebbasta o simili. YUNGBLUD però, con gli idoli per adolescenti ha molto poco da spartire se non, forse l’età.

Le canzoni che sin qui hanno accompagnato l’esordio di YUNGBLUD infatti, non parlano di  come fare soldi con droga, sesso e alcol ma sono vere e proprie canzoni di protesta sociale, un po’ come accadeva in epoche ormai lontane con i Clash, per esempio, o Dylan che sono tra i suoi riferimenti artistici.

YUNGBLUD si è schierato per il “remain” nel referendum per la Brexit, in KIng Charles denuncia lo spreco di denaro pubblico, in altre tracce la speculazione edilizia, la violenza sessuale, le molestie, in altre ancora è vicino a chi soffre di ADHD, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività.

21st Century Liability è il suo primo album che sembra richiamare nel titolo, Marc Boland e i T. Rex dove, per altro, ha suonato il nonno.

 

12. Salmo - Playlist

È come volare in economy ma senza le buste del vomito. Basterebbe questa frase per eleggere Playlist a miglior album dell’anno ed anche di molti anni prima e che verranno. Una frase che sintetizza in modo magistrale tutto quello che Salmo ci racconta in questo ultimo suo album, perché se questa fosse una classifica tutta italiana, puoi starne certo, Salmo sarebbe ai primi 10 posti almeno, della nostro Best of the Best dell’anno.

Playlist è un album che sposta qualcosa rispetto alle precedenti produzioni dell’artista sardo, più aperto ai mezzi di comunicazione mainstream che fino a ieri lo avevano snobbato impauriti, c’è molto meno “Rap Game” del quale però, conserva intatta tutta la capacità di andare dritto al cuore delle questioni con rime taglienti e potentissime. Ironia, tanta, tantissima e la dimostrazione che si possono fare canzoni di assoluta qualità con temi attuali e senza paura di schierarsi, senza ricorrere cioè a “canzoncine smielate tipo tienimi stretta a te tutta la notte…” (cit.)

11. LCD Soundsystem - American Dream

American Dream è il quarto album di LCD Soundsystem, un lavoro immerso completamente in una new wave dai colori scuri, anzi proprio dark ma al tempo stesso, modernissima. Inatteso e perciò spiazzante, è arrivato come un’oasi d’acqua fresca nel deserto in cui ci aveva lasciato James Murphy, quando ormai pensavamo ci avesse definitivamente abbandonato. Basterebbero queste poche parole per recensire American Dream, se non fosse che la rinascita artistica e discografica di LCD Soundsystem, ha come padrino niente meno che David Bowie pochi mesi prima di morire. 

James Murphy assiste alla lavorazione di Blackstar e confessa al Duca Bianco la crisi di identità che lo attanaglia. Bowie “lavora” su quel disagio per convincere Murphy a riformare la band e tornare sul palco.   

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