Città di Frontiera
Bologna, Berlino, Londra, New York
PROLOGO. Le isole che non ci sono.
Si dice che una delle prime svolte della storia a noi conosciuta, si ebbe intorno al 541 a.c.
Focei, Etruschi e Cartaginesi si trovarono uno contro gli altri, nelle acque di fronte alla città di Alalia, nel Mare Sardonio.
Fu una battaglia navale che vide Etruschi e Cartaginesi soccombere ma per i Focei non fu una vera vittoria. Ne uscirono infatti, con le ossa rotte.
Quello che però la battaglia mise in moto, portò, nel corso dei secoli successivi, alla perdita del controllo su Roma da parte degli Etruschi e poi, con le guerre puniche, alla cancellazione definitiva dell’influenza navale, commerciale e politica di Cartagine sul “Mare Nostrum” con Roma Caput Mundi.
Era come se ci fosse trovati di fronte alla scelta tra la pillola azzurra e quella rossa: se la coalizione tra Etruschi e Cartaginesi avesse vinto, cosa si sarebbe scoperto dentro la Tana del Bianconiglio?
Alice nella città delle Meraviglie
Le nostre vite si formano dalle esperienze che facciamo. Come per il cibo o la stessa aria che respiriamo, quelle ci influenzano giorno per giorno, ci plasmano ed essendo noi animali sociali, ecco che la nostra realizzazione passa attraverso il contatto con le altre persone, con le loro esperienze e coi luoghi che insieme frequentiamo. E non ha importanza che quei luoghi siano fisici o immaginati. Non ha nemmeno importanza che siano davvero mai esistiti.
Bologna è questo, è come aver ingoiato la pillola rossa sperando che di là, oltre lo specchio, avremmo trovato i nostri sogni realizzati. E in fondo è così, perché Bologna è come l’isola che non c’è ma dove chiunque voglia andare trova la strada per poterci tornare. Bologna è solo una città come altre, si potrebbe dire, oppure è una metropoli di provincia, come disse Freak Antoni.
Poi tutto cambia e noi con loro… a volte.
Ma sai una cosa? È che se dovessi raccontarla io, una storia anche se fosse la mia, non saprei proprio come, dove e da quando iniziare.
Ci sono un paio di frasi però, che mi piacciono, trovate un po’ sui libri, altre sui social, che forse fanno parte di quei contatti, spesso indiretti e distanti, che hanno influenzato la mia vita, così come la tua, credo.
La prima è una frase che Hookie, Peter Hook il magnifico bassista dei Joy Division e dei New Order, riporta nel suo libro “The Haçienda: How Not to Run a Club”:
“SE TI RICORDI DEGLI ANNI ’60, NON LI HAI VISSUTI VERAMENTE”
Ecco, quando mi guardo indietro per tentare di ricostruire il percorso temporale della mia vita e delle esperienze che ho fatto, non ricordo nulla. O meglio, sono pochi ricordi disordinati e mai in un percorso lineare.
Come se una scatola coi pezzi di un puzzle, fosse stata rovesciata sulla tavola e ora si tentasse di dargli forma. Senza riuscirvi.
Questa cosa non mi preoccupa affatto, anzi. Se la famosa frase sugli anni ’60 di Hookie è vera, allora credo si possa dire che io, i miei anni, li ho vissuti davvero e probabilmente oggi, grazie al materiale di cui sono costituito, guardo solo al presente e al futuro.
Non so però quanto presente e futuro siano miei, perché ho sempre avuto l’impressione di viaggiare in un universo parallelo da dove guardare cosa accadesse sulla Terra, come un osservatore alieno proveniente da chissà quale galassia.
Sarà per questo che la seconda frase, che sento far parte della mia vita in maniera totale, l’ho trovata con ogni probabilità su Facebook, un meta-universo a suo modo, scritta probabilmente da uno dei contatti della mia bolla e a cui non so dare nome e volto:
“SONO MOLTO PIÙ INTERESSATO ALLE IDEE CHE ALLA LORO REALIZZAZIONE”
Sento così forte e personale questa frase perché ogni volta riesce a trasportarmi in un attimo, ai tempi del Liceo Artistico, nelle aule “rubate” all’Accademia di Belle Arti insieme al “mio” Prof. di Modellato, il mitico professor Francesco Brunetti.
Un omone barbuto di oltre cento chili che girava con una Volvo, l’unica auto a quei tempi capace di contenerlo tutto senza sforzo, che di tanto in tanto mi prendeva in disparte, io che non arrivavo a 50 chili neanche coi sassi in tasca, per darmi dello stronzo. Già, proprio così, diceva che ero uno stronzo.
Non era un rimprovero; Brunetti non sarebbe mai stato capace di riprendere con cattiveria, da vecchio Prof. nessuno, men che meno un suo allievo in un luogo come un Liceo Artistico e soprattutto in quegli anni, dove tutto sarebbe cambiato, in una frazione di secondo, sul fragore di uno sparo di un calibro 9.
Bologna: Città di Frontiera
Bologna non è una città come tutte le altre. anzi, Bologna proprio non è una città: è un multiverso dove tutto accade prima, sempre, anche quando credi di essere stato tu il primo.
Per alcuni è una maledizione, stare dietro a tutti quei continui cambiamenti non è un’operazione facile. Per molti altri, invece, è la tetta a cui attaccarsi per trarre sempre nuovo nutrimento per i propri sogni.
Senza Bologna, noi non saremmo mai esistiti. Francesca non sarebbe la Francesca che conosciamo, io non sarei mai esistito e neppure Marco, Roberto, Giulia, Chiara, Marina, Paola, Maurizio, Augusto…
Bologna è un po’ Londra e un po’ New York. Bologna è molto più Berlino, dove è stato anche il Bonetti e sia pur la trovasse un po’ triste, molto grande, continua a far rima con bambino.
La Stazione del Treno
La Stazione del Treno, prossimo episodio
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