VIAGRA BOYS: QUANDO IL POST-PUNK SVEDESE DIVENTA RIVELAZIONE UNIVERSALE

Il mondo è cambiato e i Viagra Boys l’hanno capito prima di tutti noi, fatevene una ragione.
Ecco, piuttosto che un articolo, questo è un po’ come un trailer di una serie TV che racconterà di un gruppo di svedesi che, quando ancora non avevamo capito cosa fosse diventata la musica, avevano già dato tutte le risposte. Lasciatemi spiegare perché un album di una band post-punk di Stoccolma dovrebbe essere al centro delle vostre attenzioni nel vortice di superficialità che è diventato il panorama musicale contemporaneo.
Alla frontiera di qualcosa che ancora non comprendiamo
La prima volta che ascolti i Viagra Boys, succede qualcosa di strano: ti senti come se fossi entrato in un locale underground di Berlino Est negli anni ’80, ma con la consapevolezza di essere nel 2025. C’è qualcosa di profondamente anacronistico nella loro proposta, che da un lato affonda le radici in un post-punk viscerale e dall’altro si proietta verso territori che ancora non riusciamo a decifrare completamente.
Sebastian Murphy, frontman dal look inconfondibile e dalla presenza scenica magnetica, incarna questa contraddizione: tatuato dalla testa ai piedi, con voce che oscilla tra il parlato sarcastico e urla viscerali, sembra uscito da un film distopico mai realizzato. Intorno a lui, una banda di musicisti che ha fatto della tensione e del caos controllato il proprio marchio di fabbrica.
Se Bologna, come scrivevo in un altro articolo, è “il centro del mondo” per la musica alternativa italiana, i Viagra Boys sono i rappresentanti di quella “città di frontiera” scandinava che ci sta mandando segnali che fatichiamo a decodificare, ma che contengono la chiave del futuro del rock.
Un disco che sfida la transmedialità
“Il brivido del futuro è diverso dall’adrenalina dell’incontro con la vera originalità. È una sensazione elettrica impersonale provocata da forme nuove, non facce nuove; è uno sballo molto più puro e forte”, scriveva Simon Reynolds, e niente può descrivere meglio l’effetto che fa questo nuovo album dei Viagra Boys.
In un’epoca in cui parliamo di transmedialità e accesso invece che possesso, i Viagra Boys sembrano sfidare questo paradigma, spingendoci a possedere fisicamente la loro musica, a sentirla vibrare nelle ossa, come se il medium diventasse irrilevante di fronte all’urgenza del messaggio. Non è un caso che i loro live siano esperienze quasi scioccanti, dove la teoria audiotattile trova la sua massima espressione.
Questo nuovo album arriva in un momento in cui l’industria discografica italiana ancora dibatte su tormentoni e radio date, mentre il resto del mondo ha già cambiato direzione. Come accaduto molti anni fa ormai e senza che nulla sia cambiato, con Jerusalema di Master KG, che era già un fenomeno globale molto prima che le radio italiane se ne accorgessero, i Viagra Boys stanno già esplorando galassie sonore mentre noi ancora studiamo la mappa terrestre.
La critica sociale dietro i riff distorti
Ciò che rende i Viagra Boys più di una semplice band post-punk è la loro capacità di trasformare l’apparente nichilismo in una critica sociale acuta e impietosa. L’album è costellato di riferimenti al consumismo esasperato, alle dipendenze contemporanee, alle contraddizioni della società occidentale, il tutto filtrato attraverso un’ironia che è tanto corrosiva quanto intelligente.
In brani come [nome di un brano dell’album], Murphy si fa cronista disincantato di un mondo dove l’assurdo è diventato quotidiano, dove il disagio è la nuova normalità, dove l’alienazione non è più l’eccezione ma la regola. Come i Dead Kennedys con il loro “Home Taping is Killing Record Industry Profits” – dove lasciavano un lato della cassetta vuoto per “aiutare l’industria” – anche i Viagra Boys si fanno beffe delle convenzioni e delle pretese dell’industria musicale.
L’urgenza del vero contro la comodità della bolla
Nel nostro mondo di algoritmi e playlist personalizzate, i Viagra Boys rappresentano una scelta scomoda ma necessaria. La loro musica non è fatta per accompagnare il tuo aperitivo o per fare da sottofondo mentre scrolli Instagram. Richiede attenzione, impegno, pensiero critico – tutte cose che sembrano merce rara in questi tempi di consumi musicali mordi e fuggi.
Come scrivevo a proposito delle radio italiane, che “resistono muovendosi alla velocità del bradipo” e che “se ne restano, senza dar segni di risvegli, dentro la loro comoda bolla”, anche l’ascoltatore medio rischia di perdersi proposte come quella dei Viagra Boys perché richiedono uno sforzo. Uno sforzo che però ripaga con interessi.
Un’esperienza più che un prodotto
“Me lo ricordo, il brivido del futuro”, citavo prima, e questo album dei Viagra Boys lo risveglia potentemente. Non è soltanto un insieme di canzoni, è un’esperienza completa che sfida le categorizzazioni e le etichette.
In un mondo musicale dove tutto sembra già sentito, già visto, già consumato, la band svedese ci ricorda che c’è ancora spazio per la sorpresa, per lo shock, per quella sensazione di disorientamento che solo la vera arte sa provocare.
viag aboys: back to the future
Il loro quarto album “Viagr Aboys”, pubblicato il 25 aprile 2025 via Shrimptech Enterprises, segna un ritorno alle radici punk della band con un suono più crudo e diretto.
Sebastian Murphy questa volta ci offre una riflessione più personale e autoironica, senza perdere quella carica provocatoria che lo contraddistingue. Brani come “Man Made of Meat” e “The Bog Body” sono l’essenza di questo nuovo lavoro: satira sociale affilata, riff energici e quella sezione di fiati che ormai è marchio di fabbrica della band svedese.
Un’evoluzione che consolida la loro posizione nella scena post-punk contemporanea, bilanciando perfettamente energia grezza e introspezione.
Se stai cercando l’ennesimo prodotto preconfezionato da consumare distrattamente, questo album non fa per te. Troppo forte la pulsione a qualcosa che ti scuota dalle fondamenta, che ti faccia dubitare delle tue certezze musicali, che ti ricordi perché hai iniziato ad amare la musica alternativa in primo luogo, allora preparati a un’esperienza che non dimenticherai facilmente.
Il mondo è cambiato e i Viagra Boys l’hanno capito prima di tutti noi. Fatevene una ragione.