PILLOLA ROSSA PILLOLA WAVE CAPITOLO 5°
David Bowie – Heroes
14 OTTOBRE 1977, 41 ANNI FA, USCIVA HEROES, uno degli album della trilogia berlinese, quello che poi col tempo diventerà una vera e propria pietra d’angolo nella storia della musica. La RCA alla sua pubblicazione lo presentò con lo slogan “c’è la old wave, c’è la new wave e poi c’è David Bowie”
The Beauty and the Beast
Heroes arriva dopo Low, il primo degli album “berlinesi”, pubblicato nel gennaio del 77, pochi giorni dopo il 30° compleanno di Bowie – quella di fare uscire i nuovi dischi del Duca nei giorni del suo compleanno, col tempo diventerà poi vera e propria consuetudine – Heroes venne definito da Tony Visconti, come la versione positiva di Low con un Bowie rinato e davvero carico,impegnatissimo in mille attività.
Si dice che gli album di Bowie siano uno legato all’altro: il primo brano riprende l’ultimo dell’album precedente, l’ultimo anticipa il primo di quello seguente. A confermare quindi, come Bowie vivesse in molte realtà parallele contemporaneamente e “viste le sue origini aliene”, forse non solo artisticamente.
Lo stesso valeva per Heroes, influenzato dalle visite al Brucke Museum, scuola di un gruppo di pittori espressionisti attivi nel periodo che precede la Prima Guerra Mondiale. Questi pittori – dice Brain Eno – dipingevano come se volessero fissare sulla tela, qualcosa che da lì a breve sarebbe scomparsa… e ne avevano ragione perché poco dopo, effettivamente la Grande Guerra cancellerà per sempre quel mondo. Heros è come un quadro espressionista, nasce a Berlino nel ’77, al centro della frattura tra Est ed Ovest, in piena Guerra Fredda ma con la consapevolezza positiva, nonostante le tante dissonanze del disco, che presto o tardi quel mondo uscito dal Secondo Conflitto Mondiale, sarebbe stato spazzato via con le sue divisioni rappresentate dal Muro di Berlino.
Heroes
Della canzone Heroes, Tony Visconti da un racconto un po’ meno romantico e decadente dei due ragazzi costretti ad amarsi separati dal muro che sembra, Bowie abbia tratto da un dipinto di Otto Mueller, “Lovers Between Garden Walls“.
Visconti racconta che era solito allontanarsi, fuori dallo studio, con una corista a fumare una sigaretta e poi, in quella pausa, trovare il tempo per limonare appoggiati al Muro di Berlino, spiati dalle guardie sovietiche di là dal confine. Heroes poi, originariamente, doveva essere un brano strumentale, come gran parte delle tracce del Lato B ma se fosse vero il racconto di Tony Visconti, non possiamo che ringraziare i due focosi amanti per tutte quelle pericolose limonate che hanno fatto di Heros il brano pop di bello e conosciuto di tutti i tempi.
The Secret Life Of Arabia
Bowie, quindi concepisce l’apertura di Heroes come il proseguimento di Low, vive il suo presente berlinese come un pittore espressionista della Scuola di Brucke e nel corso del disco poi, prevede la caduta di quel mondo diviso dal Muro di Berlino.
Il disco si chiude però, con tutta una serie di indicazioni verso cui il Duca Bianco intende dirigersi. In Moss Garden, Bowie suona il Koto, strumento a corde della tradizione nipponica mentre in The Secret Life Of Arabia, guarda alla condizione di chi vive in una terra a lui straniera.
Con il brano di chiusura dell’album, quella che ci proietta a Lodger del 79, Bowie si ispira probabilmente, alla controversa figura di Laurence d’Arabia.
Pillola Rossa, Pillola Wave. La versione radio e podcast, in onda su Atlantide internet radio station.