Logbook dalla Crepa del Reale – LNWSI! 20-09-2025

Reading Time: 10 minutesQuesto non è il riassunto di una trasmissione, ma la sua anatomia. Qui non troverai una semplice cronaca, ma la decodifica di un segnale: un’analisi chirurgica pensata per te, che non ti accontenti di ascoltare ma vuoi capire l’architettura che sorregge l’impatto. Considera queste pagine il diario di bordo di un viaggio iniziato nell’etere e che prosegue qui, in un’esplorazione transmediale dentro la crepa del reale. Un manuale per navigare la terapia d’urto.

Collage in stile punk con una città desolata e la scritta "De-Evoluzione", a rappresentare la resistenza culturale contro l'ipnosi sociale.

Collage in stile punk con una città desolata e la scritta "De-Evoluzione", a rappresentare la resistenza culturale contro l'ipnosi sociale.

Reading Time: 10 minutes

Fratello, Sorella bentornati nel laboratorio de LNWSI!.

Quello che avete ascoltato sabato sera (20 settembre 2025, nda) non era una semplice playlist, ma un percorso chirurgico. Un’onda d’urto, l’hackeraggio progettato per strapparti dal torpore e scaraventarti al centro del tema: la De-Evoluzione e la necessità di risvegliarsi da un profondo ipnotismo sociale.

Questo è quello che è successo dopo esserci ritrovati davanti alla soglia della Tana del Bianconiglio, dopo avere ingoiato la Pillola Rossa come se fosse Mary Poppins per attraversare lo specchio della #OPENING.

Ogni canzone che hai sentito è stata un passo in una discesa calcolata. Sono partito da una critica culturale ampia per poi zoomare sui sintomi specifici della malattia, fino a mostrarne l’esito fatale. Ho analizzato le cause e le conseguenze della scelta collettiva di abbracciare una “comoda bugia”.

Questa è l’anatomia di quell’urto.

Capitolo 1: Opening – L’Urto della Diagnosi

Il mio bisturi ha iniziato a incidere con i Devo. Con “Through Being Cool”, ti ho somministrato non una canzone, ma un “segnale correttivo”. Dopo il successo globale di “Whip It”, la band sentì il bisogno di ricordare a tutti la loro tesi fondamentale: la società non sta evolvendo, sta regredendo. “Abbiamo smesso di essere cool” è il loro rifiuto della compiacenza, di quell’apatia emotiva che ci trasforma tutti in “sciocchi del sistema”. Era il primo, fondamentale avvertimento.

Subito dopo, il segnale è diventato clandestino. Con “Pirate Radio” di Genesis Owusu, ho hackerato il sistema. Qui il nemico si è fatto più specifico: non più un’apatia generica, ma un’élite oligarchica con nomi e cognomi. Owusu non usa metafore, lancia un attacco diretto, un segnale d’allarme da una frequenza pirata per svegliarti dall’ipnosi delle “guerre culturali”, create ad arte per distrarti mentre la forbice della disuguaglianza si allarga a dismisura.

Quando siamo diventati così scemi da dare retta a “fottuti strampi” come Elon Musk e Incel¹ come lui?

Il risultato di tutto questo? Ce lo hanno mostrato gli Sleaford Mods. “UK Grim” è la cronaca spietata delle conseguenze. Non è un allarme, è un bollettino di guerra dalla vita di tutti i giorni. È lo specchio di una società che la compiacenza e l’oligarchia hanno generato: un paesaggio “tetro” (grim), definito dal fallimento della politica e dalla disperazione quotidiana. E non pensare che questo sia solo lo specchio della società inglese o americana: questo è quello che ci circonda, ogni giorno anche qui in Italia. Resistere, resistere, resistere!

Diagnosi in Sette Tracce: dalla Regressione alla Paranoia

La diagnosi è proseguita mostrando i sintomi più evidenti. Con Bob Vylan e la sua “GDP”, ho interrotto violentemente il telegiornale. Un attacco grime-punk all’ipocrisia del sistema economico, che misura il benessere con un dato astratto, il PIL, ignorando la povertà reale. È la voce della strada che irrompe nel dibattito per urlare una verità innegabile: le vostre statistiche sono una bugia.

Dalla macroeconomia, alla vita di tutti i giorni con “Model Village” degli IDLES. Una caricatura feroce della provincia perbenista, dove dietro la facciata si nascondono razzismo e bigottismo. Sono loro gli “scemi del villaggio” di cui parlavo in radio, i guardiani del sistema che, pur di non rinunciare alla loro comoda ignoranza — la famosa bistecca gustosa e succulenta di Matrix —, difendono la prigione che li circonda.

La Pillola Blu del Dittatore Felice

Ma come fa il sistema a convincerci ad amarlo? Ce lo hanno spiegato i Gorillaz. Con “The Happy Dictator”. Una favola pop surreale su un dittatore che promette felicità eliminando le cattive notizie. È la rappresentazione perfetta della Pillola Blu: una realtà fittizia e piacevole, offerta in cambio della tua libertà di pensiero.

E dove porta tutto questo? Alla conclusione logica e apocalittica. “Two Tribes” dei Frankie Goes to Hollywood. L’inno definitivo della paranoia, un pezzo dance martellante che celebra la polarizzazione totale, lo scontro inevitabile tra due tifosi convinti di essere nel giusto. È la rappresentazione sonora del risultato finale a cui porta la scelta collettiva della menzogna: la distruzione totale, metaforica e non, mentre chi ha venduto i biglietti dello scontro conta l’incasso.

Il viaggio è appena iniziato.


Capitolo 2: BTTF – Ritorno al Punto di Frattura

La diagnosi del presente è brutale, come il bisturi che incide l’anima senza l’anestesia. Brutale ma necessaria se ci si deve svegliare dall’ipnosi di questi tempi. C’era bisogno di un cambio di scenario.

Ho acceso la DeLorean per andare indietro, nel futuro; alla ricerca delle radici di tutto questo disagio. Ma dopo la violenza sonora della OPENING, serviva un approdo morbido. Serviva bellezza. E l’ho trovata in un addio struggente. Quello che non ti ho potuto dire in radio è che “Annarella” dei CCCP è molto più di una canzone. È un “doppio commiato” di Giovanni Lindo Ferretti: il primo, intimo e mai confessato, è a suo padre; il secondo è dedicato proprio a lei, Annarella Benemerita Ballerina, storica performer del gruppo, e attraverso di lei alla storia dei CCCP e a un’intera epoca che crollava insieme al Muro di Berlino. È il testamento finale, fissato nel 1990, di un mondo che non esisteva più. Un momento di pura, dolorosa poesia.

Blue Sunshine: La Metafora della De-Evoluzione

Ma la speranza che “la follia di questi tempi non ci trasformerà in animali” è una coperta troppo corta. È un’illusione. Per dimostrartelo, ti ho portato subito nel laboratorio segreto di The Glove. Questo non è solo un progetto musicale; è la colonna sonora del “brutto viaggio” collettivo. L’album Blue Sunshine prende il nome da un film horror di serie B, dove un LSD difettoso, dieci anni dopo l’assunzione, causa la perdita totale dei capelli e trasforma le persone in assassini psicotici. Questa non è una semplice citazione: è la metafora perfetta della nostra de-evoluzione, un concetto che richiama in modo impressionante la teoria dei Devo. La trasformazione dei personaggi di Blue Sunshine — la perdita di controllo, la regressione a uno stato di violenza primordiale — è la stessa involuzione descritta nel pamphlet sulle scimmie cannibali a cui la band si ispirava e che ha poi urlato al mondo in “Jocko Homo”. La società ha ingerito la sua dose di “sole blu” — benessere tossico, consumismo, individualismo — e ora, a distanza di anni, ne vediamo gli effetti psicotici. La musica di The Glove è la resistenza che non cerca una cura, ma che documenta la malattia dall’interno. È l’atto di dare voce alla bestia che l’ipnosi sociale vorrebbe nascondere, mostrando il mostro che siamo diventati.

Una volta liberata la bestia interiore, come appare il mondo esterno? Come un “Rollercoaster” dei The Jesus and Mary Chain. Qui si svela la metafora sonora che regge il brano: la nostra esistenza è una melodia pop perfetta, quasi adolescenziale, costantemente minacciata e quasi sommersa da un muro di feedback, un rumore bianco, brutale e caotico. È l’allucinante follia del mondo che cerca di soffocare ogni briciolo di bellezza, è la realtà vista attraverso un filtro di pura distorsione.

Non si può vivere per sempre nel rumore. Arriva un momento in cui la frattura diventa troppo evidente, in cui non puoi più fingere. Nel settembre del 1985, i 10,000 Maniacs ci hanno messo di fronte a questa scelta con “Can’t Ignore the Train”. La voce di Natalie Merchant ci parla di un treno inarrestabile – il progresso? la storia? una catastrofe? – che ci costringe a prendere posizione. È il suono della presa di coscienza, il momento in cui la realtà ti chiede: da che parte stai?

L’Empatia Radicale come Contro-Incantesimo

Qual è l’unica via d’uscita da questa follia? L’empatia. Ma non un’empatia superficiale. È qui che ho evocato un “patto con Dio” con Kate Bush. Il suo “patto” non è una preghiera, è l’atto di resistenza più sovversivo contro la de-evoluzione in tribù urlanti che si odiano. In un mondo sotto l’ipnosi della polarizzazione, dove il sistema ci vuole divisi per controllarci meglio, la richiesta di scambiare la propria anima con quella del partner per poterlo capire davvero, sentire sulla propria pelle il suo dolore e la sua gioia, è un atto rivoluzionario.

La “censura” del titolo originale (“A Deal with God”) da parte della EMI lo dimostra: il sistema teme questa empatia radicale perché è il contro-incantesimo che può spezzare l’ipnosi. La casa discografica impose il cambio per paura di non essere trasmessa nei paesi “troppo” religiosi. Kate Bush non ci offre una canzone, ma un rituale per resistere alla disumanizzazione.

Amandoti: La Resa come Atto di Resistenza

E questo ci ha riportato al punto di partenza. All’amore. Ma non un amore qualsiasi. “Amandoti” dei CCCP, nella sua forma originale, chiude il cerchio del nostro viaggio nel passato con l’atto di resistenza più radicale di tutti.

In un mondo che sta de-evolvendo verso l’individualismo e la violenza tribale, sotto l’ipnosi del cinismo, scegliere un amore totale, disperato e totalizzante è l’atto politico definitivo. La sua forma originale, un valzer punk scarno e quasi susurrato, è la vera arma. È un segreto rivelato contro il rumore assordante del sistema. Prima di diventare un inno da stadio, “Amandoti” era questo: una resa a un’altra persona come unica, definitiva forma di ribellione contro un’esistenza vuota. La scelta di trovare senso nell’altro come ultimo, potentissimo atto di resistenza.

Amandoti è anche la più bella “canzone d’amore” che sia mai stata scritta in Italia. Di più potente, non ne troverai mai, non ancora.


Capitolo 3: HITBOX – Diario dal Territorio del Corpo

Ci eravamo lasciati sulla soglia di un patto intimo, “Amandoti”. La resa a un altro come ultima forma di ribellione. Ma da quella stanza, prima o poi, bisogna uscire. E fuori, il mondo preme. Urtare ed essere urtati diventa la condizione primaria dell’esistenza. L’unico territorio dove questa battaglia ha un senso è il corpo. La HITBOX è stata il mio tentativo di mappare questo spazio, di capire come la carne assorbe l’impatto e lo trasforma in coscienza.

Billy Bragg: La Mappa Storica della Resistenza

Per farlo, ti ho messo di fronte a un dispositivo transmediale travestito da canzone folk. “Hundred Year Hunger” di Billy Bragg. Il titolo è la prima crepa nel muro della narrazione superficiale. Non è un bollettino di guerra da Gaza. È uno scavo archeologico. Bragg ci costringe a guardare sotto le macerie del presente, a seguire le tracce di una fame lunga un secolo. Una fame di terra, di identità, di giustizia, iniziata molto prima del 1948, nelle stanze del potere britannico che, con la Dichiarazione Balfour, diede fuoco a una miccia che ancora oggi brucia. La canzone diventa così una mappa storica che riprogramma la nostra percezione, smontando l’alibi della “complessità” per mostrarci la genealogia di un disastro. È in questo scavo, in questa coscienza storica, che una parola araba cessa di essere un termine esotico e diventa una necessità: Sumud. La fermezza di chi esiste, e nell’esistere, resiste a un secolo di cancellazione. Bragg non ci ha dato una canzone, ci ha dato una lente per leggere la storia. E, finalmente, capire.

“Ora i miei figli mi chiedono perché il mondo sta a guardare / Mentre Israele crea la carestia come arma nella loro guerra.”

Sumud! Sumud! Lan narhal” (Fermezza! Fermezza! Non ce ne andremo).

Tutti i proventi della canzone sono destinati al Gaza Appeal dell’Amos Trust, trasformando “Hundred Year Hunger” in uno strumento diretto di raccolta fondi. Un sasso gettato nel mare in cui sta navigando la Global Sumud Flotilla, per sostenere la sua missione.

Sleaford Mods: Il Paesaggio del Degrado Sociale

Sumud, quella parola, per vivere, ha bisogno di un paesaggio. Un ambiente che la renda necessaria. Gli Sleaford Mods mi hanno scaraventato dentro quel paesaggio con “MEGATON”. Lì, in un parco pubblico, in un moderno speakers’ corner, l’arco narrativo della HITBOX si tende a colpire il degrado sociale che rende necessaria la “Sumud”. La Resistenza.

“Perché non te ne stai zitto, cazzo? Perché non parli normalmente invece di essere un fottuto coglione? Non mi interessa il tuo passato del cazzo o i tuoi traumi, amico Chiudi quella cazzo di bocca”

Dalla Guerra Collettiva alla Guerra Interiore

E quel paesaggio tossico, prima o poi, te lo ritrovi dentro. Il caos esterno diventa un tumulto interiore. È un cortocircuito che ritrovi nelle voci di Lola Young e King Princess. Le loro canzoni sono i bollettini da una guerra civile personale, dove l’autodestruzione è il riflesso di un mondo che ci vuole a pezzi. La loro musica mostra la Sumud più difficile: quella che serve per non rivolgere contro noi stessi la violenza che subiamo.

Per altri versi, la “fermezza”, la “resistenza” la trovi anche in “Radio” di Frost Children ma in senso estetico. Il campo di battaglia dei fratelli Frost è… stilistico.

Hyperpop che disturba le etichette di genere chiare e identità commerciabili a cui Frost Children non hanno la minima voglia di aderire.

Radio è un vero e proprio manifesto per un reset culturale. Fonde l’Hyperpop underground del duo con la potenza di una pop star mainstream. Una sfida contro le definizioni di suono e stile.

Come si esce da questa spirale? Ho cercato un antidoto nel sudore, nelle radici. L’ho trovato nell’energia catartica delle Die Spitz, dove il trauma diventa un rito collettivo di sorellanza, e dei Dropkick Murphys, where the present moves into the memory of a prematurely deceased father never known and a grandfather to grow up with in his values.

Sono quei pensieri che ti impediscono di dormire e ti mantengono perennemente in uno stato di sonno leggero, che altro non è che una metafora di un vivere in uno stato di “ipervigilanza” politica e sociale.

Il “Light Sleeper” è la risposta razionale, l’unica risposta razionale per chi ha la consapevolezza di un mondo sull’orlo del baratro, dove non ci si può permettere di cadere in un sonno profondo

Sumud: La Fermezza come Postura Filosofica

Alla fine, ho capito. Murubutu ha chiuso il cerchio, prendendo quella parola, Sumud, e trasformandola in una postura filosofica. Mi ha mostrato come la fermezza — nel pensiero, nell’arte — sia la risposta universale a ogni tentativo di annullamento.

Il cerchio si è chiuso. Come “Hundred Years Hunger”, anche “Sumud” di Murubutu è stato pubblicato a sostegno della Global Sumud Flotilla. I proventi della canzone saranno interamente devoluti per sostenere la missione pacifica volta a rompere il blocco navale su Gaza e portare aiuti umanitari.


Capitolo 4: CLASSICROOM – Echi dall’Arsenale

La CLASSICROOM, il capitolo finale di questo episodio de LNWSI!, come spesso accade è il “Codice Sorgente” dove si nasconde la memoria storica che rivela il DNA di questa nuova ribellione.

Il Lessico della Frattura Sociale

Non ci sono grandi porte da aprire, le chiavi di lettura che portano all’espansione di quel pensiero, ti sono note da tempo. Hai sentito la rabbia di Paul Weller e dei The Jam, e hai capito che le linee della guerra di classe che tracciavano in “The Eton Rifles” non si sono mai cancellate. Sono solo diventate più difficili da vedere. Hai nell’anima la lucidità tagliente dei Gang of Four mentre smontavano i nostri desideri, mostrandomeli come “merci danneggiate”. Ci hanno prestato i loro occhi per vedere l’ideologia nascosta dietro ogni nostra scelta, ogni nostra relazione. Hai camminato nella “Ghost Town” degli The Specials e ci hai visto le nostre piazze vuote, le nostre periferie abbandonate. La loro era una profezia che si è avverata, la colonna sonora della desertificazione sociale che viviamo oggi.

Manuali per la Paranoia Quotidiana

L’urlo di John Lydon in “Rise” è diventato un mantra personale. Quella frase, “Anger is an energy“, ispirata alla resistenza di Mandela, l’ho sentita risuonare come la formula per trasformare il veleno della frustrazione nel carburante per l’azione. La paranoia dei Talking Heads in “Life During Wartime” è diventata la nostra colonna sonora quotidiana. È il ritmo spezzato di chi sa che la pace è solo una tregua, che lo stato d’assedio è la nuova normalità.

L’Opzione Zero: Il Punto di Rottura

E quando l’analisi non basta più, quando la rabbia è canalizzata e la paranoia è la norma, cosa resta? Resta il gesto finale. Il reset. L’urlo dei Sex Pistols. “Anarchy in the U.K.” non è una proposta politica, è il suono del punto di rottura. La tentazione di bruciare tutto per ricominciare da capo.

È solo l’ultimo capitolo di una guerra che continua da decenni. E le voci di questo archivio non sono reliquie, sono munizioni.


Note:

¹ Incel: abbreviazione di “involuntary celibate” (celibe involontario). Benché nato per descrivere una condizione di solitudine, il termine oggi identifica una pericolosa ideologia online strettamente legata all’estrema destra (alt-right). I suoi pilastri sono una misoginia radicale, che incolpa le donne per la frustrazione dei suoi membri, un forte senso di vittimismo e risentimento, e la glorificazione della violenza come ritorsione contro la società. Questa sottocultura si sovrappone spesso a retoriche razziste e suprematiste.