Pulp – More: il ritorno malinconico e necessario di Jarvis Cocker & Co.
Reading Time: 2 minutesIl grande ritorno dei Pulp dopo 24 anni: More è un album elegante e maturo, dedicato al bassista Steve Mackey. Tra ballate postmoderne e omaggi psicogeografici, un disco che attraversa il tempo senza nostalgia.
immagine ufficiale del sito: https://pulpmusic.bandcamp.com/album/more
Un ritorno che scava nel tempo
C’è chi pensa che il tempo passi per cancellare. I Pulp, invece, sembrano credere che il tempo serva a sedimentare. A dare un senso nuovo alle stesse ossessioni. Dopo ventiquattro anni di silenzio discografico, la band di Sheffield torna con More, un album che non è né un revival nostalgico né una sterile operazione di ritorno. È qualcosa di più: un disco sincero, ispirato, elegante e inaspettatamente necessario.
Un disco che nasce da un’assenza
Prodotto da James Ford (già al lavoro con Arctic Monkeys e Depeche Mode), More si muove tra le tinte noir che hanno sempre attraversato l’immaginario pulpiano e una nuova consapevolezza. Il disco è dedicato a Steve Mackey, storico bassista del gruppo, scomparso nel 2023. Ed è proprio il suo fantasma affettuoso a vegliare su queste dieci tracce, come un compagno di viaggio silenzioso e presente.
Singoli e collaborazioni che lasciano il segno
“Got to Have Love” è stato il primo singolo, una ballata postmoderna in cui Jarvis Cocker si interroga sull’amore con un lirismo disilluso, mentre “Hymn of the North” sembra uscita da una pellicola di Ken Loach in acido. Ma il pezzo che più colpisce è forse “Spike Island”, un’ode ambigua all’iconico rave dei Stone Roses del 1990, rivisitato come se fosse un ricordo da smontare, da analizzare, da riassemblare.
Un disco maturo, ma vivo
In questo disco c’è anche molto Richard Hawley, presente alla chitarra e nei cori, e ci sono i synth ambientali della famiglia Eno (Leah e Fred, figli del celebre Brian). C’è poco britpop, molta eleganza, una scrittura adulta e ancora irriverente. More è la prova che l’invecchiare non è solo un fatto biologico, ma anche una postura estetica: i Pulp hanno deciso di abitarla con dignità e stile.
