ONDE LIBERE
Reading Time: 3 minutesOnde Libere è il nuovo progetto di Radio Atlantide che racconta le esperienze – passate e presenti – di chi fa radio in modo autonomo, sperimentale e fuori dai canali commerciali. Non un omaggio nostalgico, ma un’esplorazione delle forme che la radio può assumere oggi: tra informazione, musica, intrattenimento e linguaggi alternativi. Un archivio vivo di pratiche sonore, storie locali e frequenze da attraversare.

Immagine generata da AI
Storia e presente delle radio che resistono
Nasce un nuovo progetto: si chiama Onde libere, e parla di tutte le radio libere in Italia che sono rimaste tali.
Non “indipendenti”, non “alternative”, non “di nicchia”: libere.
Libere davvero.
Parliamo di radio che hanno attraversato decenni di trasformazioni tecnologiche, culturali e sociali mantenendo un approccio indipendente.
Alcune sono nate negli anni Settanta in ambienti informali e creativi, altre da contesti locali, educativi o associativi.
Oggi si trovano anche online, ma con lo stesso obiettivo: costruire spazi sonori personali e accessibili, fuori dalle logiche standardizzate.
Questo progetto esplora esperienze che hanno scelto strade autonome, evitando l’omologazione di format preconfezionati e cercando modi propri di raccontare, suonare, comunicare.
Alcune di queste realtà, come Radio Alice o Radio Blackout, hanno segnato momenti importanti nella storia della radio non convenzionale in Italia.
Ci sono anche trasmissioni nate per raccontare da vicino eventi, contesti locali o esperienze collettive, con voci che preferiscono la relazione diretta al racconto filtrato.
DJ, tecnici e conduttori che usano la radio non come vetrina, ma come spazio di relazione, ascolto e invenzione.

Un racconto in movimento, guardando al futuro
Questo non sarà un omaggio nostalgico alle radio libere del passato, ma un tentativo di raccontare le molte forme che questa libertà ha assunto e continua ad assumere.
Vogliamo mostrare come, accanto alla storia e alla memoria, esista un presente vivo e mutevole fatto di esperienze che spesso sfuggono alle narrazioni ufficiali.
L’idea è quella di costruire una mappa dinamica: una raccolta di articoli, materiali audio e percorsi geografici e culturali che traccino le traiettorie di queste radio.
Dalle prime esperienze degli anni ’70 – spesso nate in contesti urbani, politici o comunitari – fino alle emittenti che oggi trasmettono online o in FM anche da realtà che, pur non essendo marginali, scelgono modelli alternativi di finanziamento e programmazione, mantenendo autonomia editoriale e una relazione diretta con il proprio territorio.
In tutto questo, la libertà non è un’estetica o un atteggiamento, ma una decisione concreta: quella di creare uno spazio proprio di comunicazione, senza padroni e senza format preconfezionati.
Frequenze da attraversare
Il percorso toccherà storie note e invisibili:
- la nascita delle prime radio libere italiane e le sentenze che ne hanno permesso l’esistenza;
- i tentativi normativi e politici di ricondurle all’ordine, dalle leggi alla pubblicità forzata;
- le esperienze indipendenti degli anni ’80 e ’90, tra difficoltà normative e nuove sperimentazioni;
- le radio che hanno raccontato dal vivo eventi locali, proteste o situazioni emergenti;
- le emittenti che ospitano voci spesso assenti dai media mainstream, come quelle in lingua minoritaria o legate a contesti migranti o poco rappresentati;
- le realtà che oggi trasmettono in FM mantenendo un’indipendenza grazie a modelli alternativi di finanziamento;
- le nuove web radio che sperimentano linguaggi, comunità e forme ibride di partecipazione;
- e infine, uno sguardo in avanti: la radio in Italia sembra attraversare un momento di transizione.
Con un mercato sempre più affollato e poco diversificato, il futuro potrebbe passare da formati agili, contenuti mirati e un ritorno alla relazione diretta con chi ascolta.
Meno format, più attenzione.
E la radio è nelle mani di tanti idioti
Cercando di anestetizzare il modo in cui ti senti…
Transmedialità buona
Il progetto si svilupperà su più formati, mescolando articoli, interviste, playlist, archivi sonori, mappe e timeline.
Ogni strumento sarà pensato in modo funzionale al racconto: semplice quando serve, più articolato quando si tratta di approfondire.
Non c’è una direzione unica, ma tante possibilità di attraversamento: si potrà leggere, ascoltare, esplorare, navigare tra le storie.
L’obiettivo non è creare un contenitore celebrativo, ma uno spazio che restituisca la varietà di approcci, stili e motivazioni che animano le radio libere oggi – comprese quelle che scelgono l’intrattenimento come linguaggio principale, purché lo facciano con criteri propri, libertà di scelta e attenzione ai contenuti, senza aderire passivamente a format precostituiti o logiche imposte dal mercato.
La Radio Libera, uno spazio da (ri)scoprire
Questo progetto nasce da una constatazione semplice: la radio, nonostante tutte le trasformazioni tecnologiche e culturali, è ancora uno strumento sorprendentemente attivo.
Esistono in Italia decine di realtà che la usano in modi creativi, autonomi, spesso fuori dai radar ufficiali.
Non ci interessa distinguere tra generi o appartenenze, né proporre una categoria unica.
Ci interessano le possibilità: raccontare ciò che si sta facendo oggi con la radio, che sia informazione, musica, intrattenimento o sperimentazione.
Cercare ciò che si muove in modo diverso, che non copia e incolla, che prova a dire qualcosa.
La radio resta uno dei mezzi più accessibili e personali che esistano.
Ecco perché vale la pena continuare a esplorarla.
Frequenze aperte, ascolti imprevisti.