ONDE LIBERE

Reading Time: 3 minutesOnde Libere è il nuovo progetto di Radio Atlantide che racconta le esperienze – passate e presenti – di chi fa radio in modo autonomo, sperimentale e fuori dai canali commerciali. Non un omaggio nostalgico, ma un’esplorazione delle forme che la radio può assumere oggi: tra informazione, musica, intrattenimento e linguaggi alternativi. Un archivio vivo di pratiche sonore, storie locali e frequenze da attraversare.

Progetto Onde Libere

Immagine generata da AI

Reading Time: 3 minutes

Storia e presente delle radio che resistono

Nasce un nuovo progetto: si chiama Onde libere, e parla di tutte le radio libere in Italia che sono rimaste tali.
Non “indipendenti”, non “alternative”, non “di nicchia”: libere.
Libere davvero.

Parliamo di radio che hanno attraversato decenni di trasformazioni tecnologiche, culturali e sociali mantenendo un approccio indipendente.
Alcune sono nate negli anni Settanta in ambienti informali e creativi, altre da contesti locali, educativi o associativi.
Oggi si trovano anche online, ma con lo stesso obiettivo: costruire spazi sonori personali e accessibili, fuori dalle logiche standardizzate.

Questo progetto esplora esperienze che hanno scelto strade autonome, evitando l’omologazione di format preconfezionati e cercando modi propri di raccontare, suonare, comunicare.
Alcune di queste realtà, come Radio Alice o Radio Blackout, hanno segnato momenti importanti nella storia della radio non convenzionale in Italia.

Ci sono anche trasmissioni nate per raccontare da vicino eventi, contesti locali o esperienze collettive, con voci che preferiscono la relazione diretta al racconto filtrato.
DJ, tecnici e conduttori che usano la radio non come vetrina, ma come spazio di relazione, ascolto e invenzione.

Radio Alice
Febbraio 1976. Iniziano le trasmissioni di Radio Alice dalla sede di via del Pratello. Una rara fotografia di Franco “Bifo” Berardi in diretta da via del Pratello Archivio Studio Camera Chiara

Un racconto in movimento, guardando al futuro

Questo non sarà un omaggio nostalgico alle radio libere del passato, ma un tentativo di raccontare le molte forme che questa libertà ha assunto e continua ad assumere.
Vogliamo mostrare come, accanto alla storia e alla memoria, esista un presente vivo e mutevole fatto di esperienze che spesso sfuggono alle narrazioni ufficiali.

L’idea è quella di costruire una mappa dinamica: una raccolta di articoli, materiali audio e percorsi geografici e culturali che traccino le traiettorie di queste radio.
Dalle prime esperienze degli anni ’70 – spesso nate in contesti urbani, politici o comunitari – fino alle emittenti che oggi trasmettono online o in FM anche da realtà che, pur non essendo marginali, scelgono modelli alternativi di finanziamento e programmazione, mantenendo autonomia editoriale e una relazione diretta con il proprio territorio.

In tutto questo, la libertà non è un’estetica o un atteggiamento, ma una decisione concreta: quella di creare uno spazio proprio di comunicazione, senza padroni e senza format preconfezionati.


Frequenze da attraversare

Il percorso toccherà storie note e invisibili:

  • la nascita delle prime radio libere italiane e le sentenze che ne hanno permesso l’esistenza;
  • i tentativi normativi e politici di ricondurle all’ordine, dalle leggi alla pubblicità forzata;
  • le esperienze indipendenti degli anni ’80 e ’90, tra difficoltà normative e nuove sperimentazioni;
  • le radio che hanno raccontato dal vivo eventi locali, proteste o situazioni emergenti;
  • le emittenti che ospitano voci spesso assenti dai media mainstream, come quelle in lingua minoritaria o legate a contesti migranti o poco rappresentati;
  • le realtà che oggi trasmettono in FM mantenendo un’indipendenza grazie a modelli alternativi di finanziamento;
  • le nuove web radio che sperimentano linguaggi, comunità e forme ibride di partecipazione;
  • e infine, uno sguardo in avanti: la radio in Italia sembra attraversare un momento di transizione.
    Con un mercato sempre più affollato e poco diversificato
    , il futuro potrebbe passare da formati agili, contenuti mirati e un ritorno alla relazione diretta con chi ascolta.
    Meno format, più attenzione.
sono solo pochi centimetri sulla bobina
E la radio è nelle mani di tanti idioti
Cercando di anestetizzare il modo in cui ti senti

Transmedialità buona

Il progetto si svilupperà su più formati, mescolando articoli, interviste, playlist, archivi sonori, mappe e timeline.
Ogni strumento sarà pensato in modo funzionale al racconto: semplice quando serve, più articolato quando si tratta di approfondire.

Non c’è una direzione unica, ma tante possibilità di attraversamento: si potrà leggere, ascoltare, esplorare, navigare tra le storie.
L’obiettivo non è creare un contenitore celebrativo, ma uno spazio che restituisca la varietà di approcci, stili e motivazioni che animano le radio libere oggi – comprese quelle che scelgono l’intrattenimento come linguaggio principale, purché lo facciano con criteri propri, libertà di scelta e attenzione ai contenuti, senza aderire passivamente a format precostituiti o logiche imposte dal mercato.


La Radio Libera, uno spazio da (ri)scoprire

Questo progetto nasce da una constatazione semplice: la radio, nonostante tutte le trasformazioni tecnologiche e culturali, è ancora uno strumento sorprendentemente attivo.
Esistono in Italia decine di realtà che la usano in modi creativi, autonomi, spesso fuori dai radar ufficiali.

Non ci interessa distinguere tra generi o appartenenze, né proporre una categoria unica.
Ci interessano le possibilità: raccontare ciò che si sta facendo oggi con la radio, che sia informazione, musica, intrattenimento o sperimentazione.
Cercare ciò che si muove in modo diverso, che non copia e incolla, che prova a dire qualcosa.

La radio resta uno dei mezzi più accessibili e personali che esistano.
Ecco perché vale la pena continuare a esplorarla.

Frequenze aperte, ascolti imprevisti.