Lady Gaga “omaggia” David Bowie
di Massimo Siddi
A scorrere i titoli dei maggiori giornali italiani è tutto un “omaggio perfetto”, “Spettacolare performance”, “Toccante tributo della popstar” e via così. La stampa mainstream italiana è tutta schierata adorante ai piedi di Lady Gaga.
Quello visto nella serata dei Grammy Awards 2016, è stato però un spettacolo penoso, al limite del ridicolo ma un un ottimo “Nazi-Pop”.
IL termine “Nazi-Pop” è stato coniato da Vanni Masala, giornalista e amico, grande esperto di musica e profondo conoscitore di “cose di spettacolo” ed è la geniale contrazione di “Nazional Popolare”, terminologia che porta immediatamente alle nostre menti, dolorosi ricordi che speravamo dimenticati. Lo show di Lady Gaga, li ha fatti riemergere tanto che mi aspettavo, da un momento all’altro, l’uscita di Pippo Baudo, Carlo Conti, i Pooh e Fedez con le sue frasi d’amore scritte in rima su bigliettini semi trasparenti.
Di David Bowie non c’è proprio nulla se non delle brutte versioni in stile karaoke delle sue canzoni. Heroes, poi è da arresto e ritiro della patente musicale a vita non solo a Lady Gaga ma anche a Nile Rodgers che ha prodotto lo show e si è esibito con la chitarra al fianco della popstar e che di Bowie produsse certamente le cose di maggior vendita ma di minor qualità artistica. E per fortuna che non c’era Robert Fripp (il fautore di quella splendida intro di chitarre di Heroes), perché mi dicono sia un tipo particolarmente “incazzoso”. Non oso immaginare cosa sarebbe successo su quel palco col manico della chitarra di Rodgers.
Nel corso della giornata però, hanno cominciato ad arrivare anche opinioni meno influenzate dai lustrini della signora “Gaga” ( http://www.theguardian.com/music/2016/feb/16/lady-gaga-david-bowie-tribute-grammy-awards?CMP=twt_gu) e poi il tweet sarcastico del figlio di Bowie, quel Zowie diventato poi Ducan Jones, splendido regista dello spettacolare “Moon“, film di fantascienza interpretato da Sam Rockwell.
Ducan Jones riporta nel tweet la definizione del dizionario della parola “gaga” che significa “sovreccitata e irrazionale, tipico risultato di un’infatuazione o di un entusiasmo eccessivo; mentalmente confusa”, e chiude il post con la sua personale considerazione: “Dannazione! Che parola è questa?!”.
L’unica cosa appena passabile è il video iniziale, poi purtroppo inizia lo show sul palco. Si pensava al rischio carnevalata, Lady Gaga è riuscita in una vera e propria pagliacciata.
Pochi giorni dopo la morte di David Bowie, Tony Visconti rivolgendosi alle “star” della musica, invitandoli ad essere liberi, aveva detto: “Fatte quel cazzo che vi pare, non quello che pensate di dover fare”. Quello era l’insegnamento lasciato da Bowie ma Lady Gaga è un’alunna poco attenta. E’ brava ma non si applica.
Chiudo con una nota tecnica: la tastiera animata. Almeno St Vincent ha fatto una chitarra apposta per le donne, c’è lo spazio per le tette e non vi dico quanti punti le da anche come cantante, polistrumentista e compositrice. Altro pianeta