Dalle ceneri del punk, un nuovo incendio: viaggio nel neo post-punk britannico

Reading Time: 4 minutesIl primo episodio di una serie di articoli dedicata al neo post-punk britannico. Un viaggio che parte dal 1976, attraversa Manchester, Londra e Leeds, e arriva fino alle nuove band che oggi riscrivono il lessico sonoro di una generazione. Storia, estetica e urgenza sociale si intrecciano in una musica che torna ad accendere la ribellione.

Neo post-punk inglese

Photo Sherman Trozt

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Il rumore che cambiò tutto

Nel 1976 il Regno Unito è un paese attraversato da tensioni economiche, disoccupazione giovanile e una crescente sfiducia verso le istituzioni. In questo contesto esplode il punk: tre accordi, rabbia pura e nessuna concessione. I Sex Pistols e i Clash diventano il simbolo di un’intera generazione stanca di aspettare. Ma il punk, come ogni rivoluzione lampo, brucia in fretta. E da quelle ceneri, quasi senza clamore, comincia a prendere forma qualcosa di nuovo. Più scuro, più introspettivo, più aperto alla contaminazione: è il post-punk.

Sex Pistols durante il concerto alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, 4 giugno 1976 — considerato l’evento che cambiò la storia della musica britannica.
Foto di Oleifr1, via Wikimedia Commons — Licenza CC BY-SA 4.0

Manchester: il seme della mutazione

Il 4 giugno 1976, alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, si tiene un concerto destinato a entrare nella leggenda. Sul palco ci sono i Sex Pistols; in platea, poco più di 40 spettatori, ma tra loro ci sono figure destinate a ridefinire la musica britannica: Peter Hook e Bernard Sumner (futuri Joy Division e poi New Order), Mark E. Smith (The Fall), Morrissey (futuro The Smiths) e soprattutto Tony Wilson (Granada TV e Factory Records).

I Buzzcocks, che hanno organizzato l’evento, non riescono a esibirsi ma debutteranno pochi mesi dopo nello stesso luogo.

Quella serata accende una miccia. Manchester, città industriale in declino, si trasforma in laboratorio creativo. Nascono Joy Division, A Certain Ratio, Durutti Column, Magazine.

La Factory Records diventa l’incubatore di un’estetica nuova: cupa ma sofisticata, urbana e profondamente emotiva. Il suono cambia: meno potenza, più atmosfera. I testi scavano dentro, anziché urlare fuori.

Londra e l’art school: contaminazione e avanguardia

A Londra il post-punk assume tratti diversi. Non è solo reazione, ma anche ricerca. Le art school britanniche alimentano una generazione di musicisti colti e visivamente consapevoli. Siouxsie and the Banshees partono dal punk ma si spingono verso un’estetica gotica e tribale. The Cure iniziano con minimalismo nervoso e si avventurano presto in territori più oscuri e malinconici. Gli Wire, invece, tagliano ogni fronzolo e costruiscono brani spigolosi, secchi, intelligenti.

A Londra tutto si contamina: reggae, dub, elettronica. L’influenza delle culture caraibiche è tangibile.
Il multiculturalismo della capitale si riversa nei solchi dei dischi, nei testi, nelle immagini.

Il post-punk londinese diventa anche un’esperienza visiva, performativa, politica. Qui nasce anche la propensione a esplorare l’identità, il genere, il corpo — temi che torneranno con forza nella scena neo post-punk di oggi.

Leeds e l’intelligenza ritmica: i Gang of Four

A Leeds, i Gang of Four mischiano funk, marxismo e feedback. La loro musica è tagliente ma ballabile, intellettuale ma fisica.I testi sono manifesti politici in forma di canzone.

I Gang of Four aprono una strada per quella che oggi chiamiamo dance-punk o art-punk, influenzando in profondità la generazione attuale.

Anche The Mekons e Delta 5 emergono da questa scena, sempre in bilico tra ironia e militanza. Leeds, città universitaria, produce un post-punk che ragiona, che sfida, che si muove.

Locandina ufficiale USA del film Liquid Sky
Regia e produzione: Slava Tsukerman
Sceneggiatura: Slava Tsukerman, Anne Carlisle, Nina V. Kerova
Direttore della fotografia: Yuri Neyman
Montaggio: Sharyn L. Ross
Musiche originali: Slava Tsukerman, Brenda I. Hutchinson, Clive Smith
Design di produzione e costumi: Marina Levikova
Fonte: https://www.liquidskythemovie.com/

L’eredità silenziosa: dagli anni ’80 agli anni 2000

Negli anni ’80 la parola “post-punk” sfuma, assorbita dalla new wave, dal synth-pop, dal dark. Ma lo spirito resta.
Joy Division si trasformano nei New Order, pionieri della commistione tra rock ed elettronica. I The Fall continuano imperterriti a reinventarsi.
La Haçienda diventa tempio della rave culture e crocevia tra il Madchester e l’acid house.

Negli anni ’90 e 2000, l’eredità post-punk si annida altrove: nei Radiohead più sperimentali, nei Massive Attack più oscuri, persino in certe pieghe del britpop più inquieto (Pulp, Elastica).
Ma resta sotterranea, carsica, in attesa di riesplodere.

Il presente che brucia: il neo post-punk

E oggi quella fiamma si è riaccesa. Yard Act, Dry Cleaning, Shame, Squid, IDLES, Fontaines D.C., Sleaford Mods, Bob Vylan, Just Mustard, The Murder Capital… Una nuova generazione di band raccoglie l’eredità post-punk e la rilancia con un’identità nuova. C’è consapevolezza politica (IDLES, Sleaford Mods), esplorazione poetica (Dry Cleaning, Kae Tempest), feroce ironia (Yard Act), critica sociale aspra (Bob Vylan).

È un post-punk più colto, più ritmico, più aperto alla performance. Un suono che attraversa il corpo, ma fa lavorare anche la testa. E ancora una volta nasce dalla frustrazione: precarietà, crisi abitativa, Brexit, conservatorismo culturale, ansia climatica.

IDLES al Shaky Knees Music Festival, 23 ottobre 2021.
Licenza: CC0 1.0 (Pubblico Dominio)
Autore: Thomson200
LinkWikimedia Commons
IDLES al Shaky Knees Music Festival, 23 ottobre 2021.

Non revival: risonanza

Il neo post-punk non è revival. Non è la replica nostalgica di un’estetica. È piuttosto una risonanza: le stesse urgenze, espresse con nuovi mezzi. È suono che interpreta il presente, senza compromessi. Rifiuta la plastificazione del pop, cerca l’errore, l’umanità, la tensione. È arte politica e corpo danzante.

Verso le prossime puntate

In questo viaggio, non racconteremo città ma vibrazioni. Non catalogheremo per regione, ma per visione. Per sensibilità condivise. Per suoni affini. È solo l’inizio. La nuova ondata post-punk britannica è un oceano di voci che meritano ascolto, attenzione, rispetto.

Settimana dopo settimana, ve le faremo sentire.

E la storia, a volte, suona meglio di quanto ricordiamo.

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