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Solo chi può sentirla trova la rotta. Sulle spiagge dell’isola mito, la storia segreta di Radio Atlantide raccontata da Massimo Siddi

Reading Time: 5 minutes Eravamo dunque rimasti ad una grigia giornata di Ottobre e un traghetto in partenza verso l’Isola Mito, sì certo ma anche in questo caso, per capire cosa ci faccio sul molo di un porto,  dobbiamo tornare indietro anche se solo di qualche mese, mentre percorrevo un’altra via di comunicazione: la tangenziale di Bologna.
Avrai certamente già capito che ci stiamo per infilare di nuovo dentro un wormhole, la galleria gravitazionale che mi ha portato spesso a viaggiare da un parte all’altra dell’universo attraversando lo spaziotempo in modo tutt’altro che lineare. È un nuovo loop temporale che si apre più o meno all’altezza di Borgo Panigale, quando squilla il telefono.

Arbatax Radio Atlantide La Radio Che Non C'è
Reading Time: 5 minutes

Davvero mi dispiace ma questo potrebbe essere uno degli ultimi episodi della serie “La Storia Segreta di Radio Atlantide“, non forse coinvolgente come una stagione di Stranger Things ma spero a volte, divertente. Sì cioè, mi auguro che sia così per te.   

Leggi le puntate precedenti

  1.  https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi/
  2. https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-da-citta-di-frontiera-a-makemu-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi/
  3. https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-nella-tana-del-bianconiglio-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi-2/
  4. https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-verso-lisola-mito-passando-da-rin-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi/
  5. https://www.radioatlantide.it/solo-chi-puo-sentirla-trova-la-rotta-makemu-sica-maestro-la-storia-segreta-di-radio-atlantide-raccontata-da-massimo-siddi-2/




 

Eravamo dunque rimasti ad una grigia giornata di Ottobre e un traghetto in partenza verso l’Isola Mito, sì certo ma anche in questo caso, per capire cosa ci faccio sul molo di un porto,  dobbiamo tornare indietro anche se solo di qualche mese, mentre percorrevo un’altra via di comunicazione: la tangenziale di Bologna.

Avrai certamente già capito che ci stiamo per infilare di nuovo dentro un wormhole, la galleria gravitazionale che mi ha portato spesso a viaggiare da un parte all’altra dell’universo attraversando lo spaziotempo in modo tutt’altro che lineare. È un nuovo loop temporale che si apre più o meno all’altezza di Borgo Panigale, quando squilla il telefono.

Ma ca**o chi è, sto guidando!” Massimo, ciao sono Lucia!” – è solo un nome di fantasia, ormai dovresti saperlo bene, anche se e da qui in avanti, ne sentirai molte altre di cose strane – “ti ricordi  Radio Centrale International a cui hai dato la tua consulenza anni fa?” – anche il nome della radio non è quello reale, in verità ho preso in prestito quello dove debuttai a 16 anni, a Casalecchio di Reno, dove abitavo – “Ciao Lucia ma certo come potrei dimenticare?“, “Ho rilevato il pacchetto di Mirco – idem, come sopra – ed ora la radio è tutta mia, ho bisogno di te!” “Certo Lucia, mi imbarco e arrivo!

 

 

Che siamo nel 2002 lo hai capito, non solo perché l’ho detto nell’episodio precedente ma anche perché ‘The Last DJ‘  di Tom Petty & The Heartbreakers usciva proprio in quei giorni, nel settembre del 2002 e sembrava fatta apposta per me. ‘The Last DJ‘ racconta la storia di un DJ di  Jacksonville, in Florida, tanto frustrato dalla sua incapacità di trasmettere la musica che gli piaceva da scappare in Messico, dove ritrova la sua libertà espressiva. Il brano, tra l’altro fu bandito dalle radio del gruppo Clear Channel Communication – oggi iHeartMedia – tanto da fare dire a Tom Petty, in una intervista a Billboard: “I remember when the radio meant something. We enjoyed the people who were on it, even if we hated them. They had personalities. They were people of taste, who we trusted. And I see that vanishing“. A me questa cosa mi fece sentire meno scemo perché, ti posso assicurare che la mia autostima, in quel periodo era a livelli molto… underground

Lo vedi sono troppo antico, cerco di fare ancora informazione musicale dove riesco, una roba che se ci provi oggi, ti sbattono fuori a calci nel sedere dalla sala trasmissione.
Ad ogni modo, qualche settimana dopo quella telefonata, sono  in aeroporto per un primo sopralluogo direttamente sul posto. Eh sì, che credevi, che eravamo rimasti alla Guerra di Troia? Su Atlantide ci si arriva anche in aereo!   

Alloggio in un alberghetto di una delle città dell’isola, diciamo TTHRche potrebbe anche anche un nome di fantasia ma forse no; non dimenticare che su Atlantide si parla l’atlantideo che è complicatissimo da capire, figurati scriverlo – una settimana o giù di lì, giusto per cominciare ad ambientarmi e respirare di nuovo l’aria salubre di quella terra e poi, certamente per trovare un accordo che mi porti in pianta stabile a trasferirmi. Ed ecco, è così che mi trovo adesso, col viso bagnato dagli schizzi dell’onde che si infrangono sulla prua della nave, ad attraversare il mare in questa fredda giornata di ottobre.

 


Si però adesso cosa c’entra Asereje? Ah, niente così per entrare nello spirito del post e perché le prime settimane furono davvero difficili. Non si era potuto trovare un alloggio per tempo, tanto che fui “parcheggiato” in una casa vacanza, dentro una pineta, insomma, in un complesso residenziale ma con appartamenti e case estive, senza riscaldamento e con una scarsissima tenuta termica. Tasso d’umidità, essendo in riva al mare e con l’ombrello dei pini marittimi: 2348,559%. Non so se hai presente ma i pesci si rifiutavano di fermarsi a pranzo, preferivano andarsene ai Caraibi.    

Passato quel primo periodo – breve per fortuna – trovammo un monolocale quasi in centro a TTHR, piccolo ma dignitoso: un angolo cottura, un divano letto e un micro-bagno con doccia. Quel che serviva c’era, al resto non pensavo.
Per me era già un sogno così, ogni mattina mi svegliavo, uscivo di casa e volgendo lo sguardo a nord, in lontananza vedevo il golfo dell’HRCLS ISL, mi riempivo di quella visione andando in radio al lavoro e di cose da fare ce ne erano tante, perché dal mio precedente intervento del 1995 la situazione era molto cambiata, con una stazione radiofonica quasi allo sbando e tutto da rifare. Avrei poi capito dopo che era una missione impossibile.

 

 

È necessario però che ti racconti l’idea che avevo per Radio Centrale International non potendo competere con le altre radio che si erano ben posizionate sul territorio e con la sempre crescente e “affascinante” pressione dei Network che compravano frequenze, acquisivano stanche stazioni radiofoniche, cancellavano vecchi editori con il potere dei soldi, l’alternativa era tentare di portare la radio verso nuovi modelli, o per meglio dire, far tornare la radio ad essere con la gente, ma proprio in mezzo.
L’idea che Lucia ancora portava avanti era quella classica, lo spot da 30″ dentro ai cluster finché ce ne e sin tanto si può per stare nei limiti della normativa. Ok, si può capire che perché la macchina torni a girare come si deve, oltre al resto serve anche benzina affinché il motore si accenda e si sostenga lungo la strada, lo spot poteva essere ancora un riferimento da cui ricominciare ma serviva qualcosa di più.

Sin dai primi giorni oltre che tentare di far entrare alcuni “cabarettisti” del luogo molto conosciuti e apprezzati e che poi sarebbero diventati famosi in TV, consigliai a Lucia di interessarsi presso le amministrazioni locali per capire se esisteva l’opportunità di farsi assegnare luoghi pubblici da trasformare per il periodo estivo, quando cioè l’isola viene assaltata dalle popolazioni della terre intorno, in manifestazioni all’aperto con musica, ballo, concerti, cinema, teatro etc… 

Per me nulla di così straordinario, grazie al Q.BO’ e alla sua estensione collinare del FreeGO’, avevo imparato  a guardare un po’ oltre la console di una radio o di una discoteca e capito che gli Eventi potevano essere una ottima alternativa alla pubblicità tabellare. Portano certamente denaro ma anche costruiscono sulla personalità della Radio una “Reputazione” da spendersi in molti modi.




Ti dirò a me sembrava una ottima idea, la Radio poteva darsi una nuovo palinsesto, rimettere a posto la redazione anzi, magari potenziarla ed arricchirla per poterla sfruttare bene per gli Eventi che intanto potevano anche trovare partnership nei locali per farsi (ri)conoscere dalle persone. Per dire: Sono qui con voi, perché sono una di voi!
E forse questo era quello che Lucia mi lasciò credere perché intanto arrivò Marzo senza però che nulla si muovesse e con la Primavera alle porte, l’Isola diventò un vero e proprio paradiso in terra. Accade così che il fine settimana, messo in ordine tutto, comincio a frequentare la spiaggia della vicina NRL una antica curatoria poi ribattezzata LGHR, in quel periodo ancora deserta, perfetta per prendere il primo sole e leggere un buon libro. In realtà un tomo da 672 pagine con tanto di illustrazioni e antiche mappe, con un enigmatico titolo che stuzzicò presto la mia fantasia.

Ok, dai mi sembra che anche questa volta, sia stata una bella storia… il titolo del libro? È vero, quasi dimenticavo: “Le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta” “Come, quando e perché la Frontiera di Herakles/Milqart, dio dell’Occidente slittò per sempre a Gibilterra“.

…to be continued [cit.]