Le Recensioni Quantiche: Tutto Era Bello E Nulla Stonava
massimosiddi 7 anni ago‘Everything Was Beautiful, and Nothing Hurt‘ ci riporta al Moby più intimo, quello cioè che esplora l’essere umano e il suo modo di relazionarsi al mondo, riportando anche in primo piano quei suoni e rimi che ne avevano caratterizzato gli esordi dopo l’uscita da Ultra Vivid Scene: Trip Hop, Soul, Gospel.
Non so dirti se il nuovo album di Moby lo si possa considerare un omaggio e non invece, come era già accaduto per una versione cinematografica del 1972, una sorta di adattamento in musica del romanzo di Kurt Vonnegut ‘Mattatoio n. 5’ visto che quel “Tutto era bello e nulla stonava” è una frase tratta proprio da quel libro, così come in definitiva, le tematiche stesse.
Lo scrittore americano di origini tedesche, nel suo romanzo racconta la sua esperienza di fante dell’esercito degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale; partecipa all’Offensiva delle Ardenne scatenata dalle forze naziste per fermare l’avanzata alleata verso Berlino e li viene catturato e trasferito prigioniero a Dresda.
Tra il 13 e il 15 febbraio del 1945 si abbattano i bombardamenti alleati che radono al suolo la città tedesca provocando decine di migliaia di vittime civili.
Il bombardamento di Dresda si può forse considerare come quasi un attacco preventivo non tanto mirato ad indebolire la resistenza nazista che per altro appunto, era impegnata nell’offensiva, quando a ostacolare le tattiche di guerra di Hitler con il rafforzamento del Fronte Orientale provocando masse di profughi dall’Est. Le cose non andarono esattamente così.
Kurt Vonnegut durante i bombardamenti a tappeto era prigioniero a Dresda ma si salvò perché rinchiuso in una cella sotto il mattatoio della città, il Schlachthof-Fünf (Mattatoio n. 5, appunto) in una caverna utilizzata per la conservazione della carne, delle celle frigorifere naturali, in pratica. Ed è da qui che prende il via il racconto in una chiave fantascientifica, come in una serie di vite da realtà parallele e viaggi nel tempo.
Billy Pilgrim, il nome del protagonista del romanzo e del film è un giovane assistente cappellano che odia la guerra e non ha nessuna intenzione di combattere; viene catturato dai tedeschi e deportato a Dresda dove sfugge alla morte dei bombardamenti alleati. Tornato in America viene ricoverato in una clinica psichiatrica a causa di un disturbo da stress post-traumatico, durante la degenza legge i romanzi di fantascienza di un certo Kilgore Trout. Dimesso dall’ospedale, Billy si sposa e ha due figli; Barbara, la seconda cresce e si sposa a sua volta ma durante la prima notte di matrimonio, una razza aliena giunta dallo spazio, rapisce il padre Billy portandolo sul pianeta Tralfamadore. Qui incontra un pornostar anch’essa rapita dagli alieni, i due si innamorano e dalla loro relazione nasce un figlio; Billy poi viene rimandato sulla Terra dove in molti viaggi nel tempo, rivive la sua vita del passato e del futuro.
A questo punto, Billy Pilgrim vive molti altri accadimenti che lo conducono in una libreria dove ritrova i romanzi di Kilgore Trout, li legge e dopo essere stato cacciato da una stazione radio si addormenta cominciando a viaggiare nel tempo fino al 1945, di nuovo a Dresda.
Nel disco di Moby, il mondo è un pianeta devastato dall’apocalisse scatenata dalle scelte dell’uomo dove il Dio ha lasciato l’Uomo, solo di fronte alle sue contraddizioni, senza la guida di una fede, solo e vulnerabile. È un mondo che ha bisogno di essere salvato da quella selvaggia oscurità.
Moby si domanda come la “specie umana” sia stata capace di fare scelte di grande valore e altrettante di distruzione, lo fa guardando dentro di se:
“Because that’s the common denominator: who are we as a species and why have we made so many egregious, terrible choices? The punk rocker in me wants to yell at us as a species and say, ‘Stop making these terrible choices,’ but the other part of me who’s maybe aspiring to some enlightenment just wants to try and be understanding and compassionate. And I also feel like that’s a better way to get us to stop making terrible choices, if you can actually deal with people with compassion and understand why they’re making these terrible choices in the first place.”
Non è un opera facile questa ‘Everything Beautiful, and Nothing Hurt‘, non si schiera come con i dischi precedenti contro Trump in una lotta tutta terrena ma ci sprofonda dentro l’abisso della nostra coscienza da dove sentiamo un coro gospel ad indicarci la via per la salvezza.