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Bohemian Rhapsody vince il Golden Globe

Non senza sorpresa, hanno scritto, Bohemian Rhapsody vince come miglior film drammatico, l’edizione 2019 del Golden Globe e il suo protagonista nei panni di Freddie Mercury, Rami Malek, si aggiudica quella per il miglior attore protagonista. Questa è la notizia che in queste ore rimbalza nelle redazioni dei giornali e se presto l’annuale evento della Hollywood Foreign Press Association,  sarà “fagocitato” dal gossip per riempire le bacheche dei social con il vestito di Lady Gaga o la scollatura di qualche star ai tavoli del banchetto , al contrario Radio Atlantide, ne vuole cogliere il lato politico, quello contenuto nei discorsi di ringraziamento dei premiati.

Sembrerà strano che una “radio” non sia più interessata a mettere al centro di un suo post la notizia di un premio ad un film – musicale, per altro – che racconta la storia di un grande artista come è stato Freddie Mercury, cantante e volto dei Queen. In realtà non lo è. 

Freddie Mercury / Rami Malek

https://youtu.be/-XqPBEODZ4s

Tutto inizia con l’investitura di Oprah Winfrey

Nella edizione passata dei Golden Globe, ricorderai il toccante, bellissimo discorso di Oprah Winfrey, quello su donne e neri che ai più è sembrato essere un discorso di candidatura alla presidenza degli Stati Unitima te lo immagini un Salvini o un Di Maio a colloquio con il presidente  Oprah? – una edizione tutta  in nero, a sostegno del movimento MeToo, contro la violenza. le molestie e la disparità di genere. Lo stesso sarebbe poi accaduto, qualche settimana dopo con i Grammy Awards e il Time’s Up.

I Golden Globe di quest’anno appena iniziato, hanno forse detto di più, allargando quel suo risveglio alla bellezza delle diversità, alla lotta al razzismo e la violenza nei confronti degli afroamericani, così come al diritto dei migranti, degli omosessuali e dove cinema e televisione  si fanno promotori nella costruzioni di ponti, anziché di muri. 

Nessuno è un isola

Non è perciò strano trovare un articolo di cinema e TV qui sul sito di Radio Atlantide, del resto chi può negare che l’arte del cinema non sia intimamente legata a quella della musica?
E in ogni caso, non è forse vero che da quando il mondo è attraversato da una follia d’odio politico e sociale, la musica è stata la prima a scuotersi cercando di svegliare le coscienze intorpidite dalla percezione di pericoli inventati dalla propaganda di politici razzisti, xenofobi e omofobi?