Siamo arrivati dunque, al capitolo finale della Playlist con il Best of the Best di Atlantide internet radio station.
I primi 5 “migliori” album del 2018, secondo noi!
5. David Bowie - Glastonbury 2000 (Live)
Tra pochi giorni ci troveremo ancora a celebrare una serie di date, una conseguente all’altra, che hanno segnato in modo traumatico questi ultimi 3 anni. l’8 gennaio si festeggia il compleanno di David Bowie, in quello stesso giorno del 2016, anche l’uscita dell’ultimo capolavoro del Duca Bianco, quel Blackstar che oggi consideriamo come il lascito più grande di un artista straordinario. Un artista che ha fatto di se stesso una forma d’arte. Il 10 gennaio poi, saremo di nuovo insieme a celebrare la scomparsa dalla vita terrena di David Bowie e l’eternità della sua opera.
Glastonbury 2000 arriva pochi giorni prima della fine dell’anno, in tempo per riempire i regali di Natale di tutti coloro che l’hanno amato e seguito.
Un box con la storica esibizione del concerto al Festival di Glastonbury, in audio e video ripreso dalla BBC, oggi finalmente in veste ufficiale.
Un concerto storico per vari motivi, il primo perché è il ritorno dopo quasi trent’anni di Bowie sul palco del festival inglese, poi perché, come ad aver fatto pace col passato, il Duca Bianco riporta dal vivo tutte le canzoni e di conseguenza tutti i personaggi che aveva incarnato e da cui si era allontanato nel corso degli anni.
4. Idles - Joy as an Act of Resistance
Il Punk è morto? Sì, forse quello che storicamente intendiamo esploso con i Sex Pistols, ha cessato di esistere da decenni ma oggi l’Inghilterra, scossa dalla Brexit ormai prossima a compiersi, si scopre nuovamente percorsa da fremiti di un nuovo punk di cui Idles sono la punta più visibile e fragorosa.
Joy as an Act of Resistance è un titolo bellissimo che rompe col nichilismo del punk delle origini, per segnare, appunto una differenza sostanziale tra queste due generazioni. Con il brano Danny Nedelko, amico immigrato ucraino del gruppo di Bristol, che è un vero e proprio inno di integrazione ed esaltazione delle diversità, l’album si conquista questa posizione nella nostra classifica. “No One Is An Island” è il perfetto claim per contrastare l’odio politico e sociale che pervade i nostri tempi.
3. Petite Noir - La Maison Noir/The Black House
I primi 3 posti di una classifica sono da sempre, quelli che danno il senso e quindi, anche a tutta l’intera nostra playlist. Si potrebbero anche scambiare di posto tra loro i prossimi album, perché arrivati a questo punto, stiamo parlando di Numeri Uno.
Petite Noir è il meglio dell’Africa musicale attuale; dagli esordi con un affascinante ibrido di new wave, post-punk, pop e kwaito, quest’ultimo a sua volta ibrido di rap, house e musica tradizionale sudafricana, divenuto colonna sonora della fine dell’apartheid e della nascita della “nazione arcobaleno“, come la definì Desmond Tutu, fino ad oggi con la creazione della noirwave, più di un genere musicale inventato da Petite Noir, molto di più. Un vero e proprio mezzo attraverso cui veicolare le idee di identità e migrazione forzata dell’artista sudafricano.
La Maison Noir/The Black House è un capolavoro che trova nuova forma espressiva, un po’ come per quanto già detto con ionnalee, in questo splendido documento qui sotto: The Gift and the Curse.
2. David Byrne . American Utopia
Cosa si può dire di David Byrne, del suo ritorno da ex Testa Parlante, che già non sia stato detto o non appaia banale? Facile: American Utopia è l’ennesimo capolavoro del genio americano di origine scozzese. Non serve altro.
David Byrne crea un’opera di bellezza quasi pari a “Remain In Light“, forse azzardato dirlo ma siamo di fronte ad una sorta di versione 2.0 di quell’album inimitabile, un pezzo d’arte davvero unico. Con American Utopia si ritrovano i suoni che caratterizzarono i Talking Heads, la costruzione scenica del tour che lo accompagna è di pari bellezza ad un altro capolavoro di David Byrne, il tour “Stop Making Sense” divenuto film con la firma di Jonathan Demme. Infine tutta questa ultima opera, è sostenuta da un progetto che va avanti da anni, definito “Reasons To Be Cheerful“, a dire che c’è un’America molto migliore di quella di Trump.
1. The Young Fathers - Cocoa Sugar
Sì è così, Cocoa Sugar è per Radio Atlantide il più bell’album dell’anno e non solo per le ragioni che tutti possono facilmente intuire, cioè suona davvero da dio! L’ultimo album degli scozzesi The Young Fathers è la sintesi perfetta e artisticamente compiuta nel superamento del concetto di “razza” quale elemento divisivo e della de-costruzione dei generi musicali come inutile separazione, come ostacolo opprimente alla libertà di espressione.
The Young Fathers sono i migliori interpreti del meticciato crescente, inteso in ogni sua forma ed espressione, che cancellerà sovranismo, razzismo, “fascismi” d’ogni latitudine dal pianeta. Benvenuti in un nuovo splendido e umano futuro.