ALLA RICERCA DELL’ARCA PERDUTA #1
All’alba degli anni ’80, chi lavorava in radio, ricorderà senz’altro l’abitudine delle case discografiche nel mandare “serie speciali” di dischi promozionali di band per lo più sconosciute. Erano sopratutto le Major Discografiche a fare questi pacchetti in vinile, nel tentativo di rifarsi una sorta di verginità dopo il ciclone Punk e con la nascita di molte etichette indipendenti più vicine ai gusti delle persone che ne insidiavano il mercato. Come Indiana Jones della discografia, tentavano di convincerti che i loro dischi erano tesori custoditi nell’Arca Perduta.
Erano tempi in cui le Radio Private, dopo essere state Libere, qualcosa ancora riuscivano a fare per le fortune dei dischi. Sì, non tanto per il lancio di artisti e cantanti ma proprio per la vendita dei dischi, ovvero per le fortune delle case discografiche.
Molti di quei dischi però quasi nessuno li ricorda anche perché, ma forse è l’unica ragione valida, mancavano di un vero “coraggio” artistico, tanto che neppure mai entrarono nella classifica di vendita. Non in posizioni interessanti, comunque.
Non so quanti di questi dischi riuscirò a farmi tornare alla mente, di una cosa però son sicuro perché ricordo bene quel periodo radiofonico: nessuno di questi dischi lo troverete tra le pagine di una qualche Enciclopedia del Rock ma neppure della New Wave alla quale dicevano di ispirarsi… ma forse non erano loro ad affermarlo, quanto la voglia della Major di riprendersi dalla brutta botta che gli aveva rifilato il Punk.
I Novo Combo, ad esempio che apparvero nel 1981 e già nell’83 erano spariti.
Non ricordo per quale motivo questa band newyorchese venisse spacciata come Rock New Wave; d’accordo, i tempi non erano ancora maturi ma tra una chitarra dal riff orecchiabile e il capello in crescita, si può dire che i Novo Combo erano la risposta ancora più easy all’Hair Metal.
Tre i loro “successi“, tutti più che minori: Up Periscope, City Bound e Tattoo